Con il D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77 è nata in Italia l'alternanza scuola-lavoro. Gli alunni della secondaria di secondo grado sono coinvolti nella realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa.
E’ una novità assoluta che intendiamo accompagnare con interventi specifici di riflessione ed esperienza.
La competenza è perciò frutto dell’apprendimento scolastico ma legata alla persona, riuscendo così a mettere efficacemente insieme i tre concetti cardine del documento posto in premessa alle Indicazioni: cultura come contesto e oggetto dell’apprendimento, scuola come strumento di fondamentale mediazione educativa, persona come punto di partenza e di arrivo del processo educativo (fatto, appunto, di continui e successivi traguardi).
L'apprendimento da sempre è stato interpretato come un atto squisitamente individuale e privato. Oggi al contrario si configura sempre come un'azione sociale, collettiva, o meglio cooperativa, e non più solamente individuale. L'apprendimento, in particolare l’acquisizione delle conoscenze con modalità cooperative, in ambiente educativo e scolastico, avviene quando abbiamo un'interdipendenza sinergica fra educatore – educando ed educando - educando, educando materiali/informazioni, ed infine tra educando e la struttura, il tempo e obiettivo condiviso. L’apprendimento intenzionale è connotato dalla formalità e dalla pubblicità del risultato del percorso di apprendimento. In particolare la metodologia dell’apprendimento cooperativo si caratterizza per la presenza di queste dimensioni:
a. interdipendenza di struttura e d'obiettivo: al gruppo d'apprendimento viene dato un obiettivo il cui conseguimento richiede una struttura di interdipendenza che si caratterizza per i materiali di studio, le informazioni, i criteri di valutazione per i singoli membri e per il gruppo, azioni di ricerca di dati da elaborare, regole di comportamento per l’acquisizione di competenze sociali (prendere decisioni, risolvere conflitti, affrontare i problemi trovando soluzioni);
b. il tipo di attività didattica: per apprendere in modo strutturato ed intenzionale è necessario adottare una strategia e realizzare un'attività (leggere, scrivere, far di conto, sottolineare, vedere, osservare, lavorare, produrre, progettare, realizzare un prodotto …) e progettare la relativa sequenza di operazioni cognitive per sviluppare le competenze sia nell’educando che nel gruppo;
c. la percezione dell'importanza dell'obiettivo: gli educandi devono essere motivati a percepire il valore e il significato dell'obiettivo. È l’obiettivo che permette di dare significato ai contenuti e alle strategie d'apprendimento perché sono riconosciuti come importanti e significativi per il percorso personale e di gruppo;
d. l'interazione educatore - educando: il ruolo dell'educatore o dell'insegnante si avvicina molto al ruolo del facilitatore dell'apprendimento, tralasciando in parte il ruolo d'esperto o di chi possiede o è depositario dei soli contenuti. Nell'apprendimento cooperativo, esso, ha soprattutto il compito di predisporre, controllare e valutare il lavoro di gruppo, intervenendo soprattutto per insegnare le competenze comunicative e collaborative, per prendere decisioni e risolvere conflitti e per fornire assistenza nel processo di acquisizione di capacità e conoscenze;
e. l'interazione educando e materiali di ricerca o d'apprendimento: l’interazione è sempre tra educando e contenuti selezionati secondo gli obiettivi. Questa dinamica si realizza con i mezzi a disposizione e il tipo di compito da realizzare. È possibile individuare tre modalità di relazione:
- Educando/materiali e “compito”: ogni studente possiede/riceve/trova da fonti di informazioni di vario genere (libri, riviste, enciclopedie, CDROM, fotocopie) e/o ricerca anche su internet un set di materiali (se è prevista una fase di ricerca personale) o su indicazione del educatore. In questo caso il compito è essenziale nella selezione e nella elaborazione delle informazioni;
- il gruppo condivide i dati e le informazioni che possiede/riceve dal contributo di tutti i suoi membri /trova e/o su internet un set di materiali, se il compito lo richiede i membri devono interagire tra loro per cercare nuove informazioni per produrre il risultato richiesto. Questo processo non sviluppa solamente l’apprendimento del singolo e del gruppo ma da luogo anche alla creazione di dinamiche relazionali che è necessario gestire come ad esempio prendere decisioni insieme, risolvere problemi e conflitti, trovare soluzioni. Sono competenze trasversali fondamentali per la vita quotidiana;
f. l'interazione educando - educando: In questo modello le relazioni sono “faccia a faccia” i compagni sono percepiti come la fonte maggiore d'informazione, d'aiuto, di feedback, di rinforzo e di incoraggiamento. Il modello supera il vecchio modo di pensare il lavoro di gruppo perché centrale è l’apprendimento che l’educando, insieme al gruppo, realizza. Infatti, la valutazione non tiene conto solamente del risultato individuale (come in genere accade), ma anche della performance generale del gruppo.
L’apprendimento cooperativo è una metodologia che nasce all’interno delle teorie dell’apprendimento come atto sociale cioè come una costruzione sociale. L’interazione verso il compito è ciò che caratterizza la vita del gruppo e al tempo stesso il tessuto relazionale che da esso si sviluppa in termini emotivi e dunque non solo cognitivi o comportamentali.
La competenza è la comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Legato al tema dello sviluppo della competenza è il comportamento della persona. Comportamento è qualsiasi azione che viene eseguita, sia buona o cattiva, giusta o sbagliata, utile o inutile, produttiva o superflua; Comportamento scorretto è l’azione considerata inappropriata per il contesto o la situazione in cui si verifica. Comportamento scorretto in classe si verifica in maniera intenzionale, non involontaria – cioè gli studenti fanno apposta qualcosa che sanno che non dovrebbero fare.
Nel mondo digitale dove l’informazione è pervasiva ed accessibile sembra che non ci sia più bisogno di docenti ed inseganti, o meglio di “maestri”. Una lettura un po’ superficiale sembra che tutto si possa ridurre nel creare relazioni tra l’alunno e l’oggetto d’apprendimento, ecco che nasce la figura del facilitatore che sostituisce il ruolo del docente e ripone una volta per tutte la figura del maestro nel ripostiglio.
Ma non è così perché una attenta analisi fa energere una rottura dell’alleanza generazionale tra adulti. Questa rottura emerge da alcuni segnali eccone alcuni: a) capita che genitori che non hanno realizzato il distacco dai loro figli, finiscano col considerare gli insuccessi scolastici dei figli come propri. b) La precarietà strutturale e i bassi stipendi hanno eroso l’immagine pubblica del docente, che da molti è considerato una figura senza prestigio sociale. Perfino alcuni orientamenti ministeriali sembrano voler svalutare l’immagine del docente, trasformandolo in un burocrate. Secondo noi non solo è necessario recuperare la figura del docente-educatore, ma anche non aver paura di cercare nel docente non un tecnico, ma un maestro, così come sarebbe utile evitare la completa trasformazione della pedagogia in scienza dell’educazione, cioè in una disciplina tecnico-scientifica che si vuole slegata da ogni visione antropologica e filosofica. (Stefano Curci)
Il nostro lavoro si orienta e si ispira ad un’idea di scuola che cerca di porre l’umano al centro del percorso scolastico e la scuola come luogo di incontro tra le generazioni del passato e i sogni di futuro. Questa è la sfida che vogliamo raccogliere e che proponiamo per laboratori e gruppi di ricerca.
Come progettare percorsi formativi orientati all’acquisizione delle conoscenze e competenze? Come rendere “profonda la comprensione” dei contenuti e delle conoscenze? Come far acquisire conoscenze e competenze agli studenti? Quale è il modo migliore (efficace ed efficiente) per raggiungere l’obiettivo di prestazione? La comprensione profonda è ricca di aspetti e sfaccettature ed è la base per progettare il percorso formativo a partire da ciò che si conosce.
Alcune domande accompagnano la riflessione dei docenti in merito alla valutazione degli alunni in merito all’acquisizione delle competenze e non solo all’accertamento del possesso delle conoscenze. Come valuto l’acquisizione di una competenze, quali strumenti e criteri adotto? Ma la domanda che guida la riflessione di un docente impegnato nel sostegno al successo scolastico degli studenti è la seguente: “La valutazione degli studenti che effetti avrà sull’apprendimento?”. Perché essa condiziona il che cosa, il come, il quando lo studente apprende. A scuola in genere si controlla ciò che è stato insegnato. La “valutazione autentica” è la valutazione che si propone di accertare nell’alunno non tanto il possesso formale ed astratto di conoscenze quanto la capacità di applicare quelle conoscenze nelle esperienze del mondo reale ,ossia in concrete situazioni di vita.
Le parole chiave della scuola per "competenze"
- Pubblicato: Domenica, 26 Febbraio 2017 15:57
Molte Istituzioni Scolastiche negli ultimi anni scolastici sono state impegnate nell’elaborazione del Curricolo d’Istituto e le scuole secondarie di secondo grado anche nella progettazione dell’alternanza scuola mondo del lavoro.
Sono strumenti preziosi che sono parte integrante del Piano Triennale dell’Offerta Formativa. Espressione, con la progettualità necessaria, sia della libertà d’insegnamento di ciascun docente, sia della condivisione del progetto formativo che nasce in seno al Collegio dei docenti e che orienta il lavoro quotidiano all’interno dei gruppi classe.
Iniziamo subito col precisare che non esistono le “competenze”, ma solo “persone competenti”.
Sei il vero valore nell’economia della conoscenza: tra "professione" e "professionalità"
- Pubblicato: Giovedì, 08 Settembre 2016 20:06
“L’età conta solo quando uno sta invecchiando.
Ora che sono arrivato a una veneranda età,
potrei benissimo avere vent’anni”.
(Pablo Picasso)
La velocità è il cuore del nostro tempo. Oggi le trasformazioni, in ogni ambito della vita quotidiana, generate dalle nuove tecnologie sono così rapide da far sembrare superate ed obsolete alcune professionalità e molte competenze acquisite nel tempo da chi lavora ed ha maturato abilità professionali con l’esperienza. Il transito delle principali attività economiche: dalla “geografia” al “cyber spazio”; è motivo di questa accelerazione sia nell’ambito del lavoro, sia negli altri contesti di vita.
Sei il vero valore nell'economia della conoscenza
- Pubblicato: Giovedì, 08 Settembre 2016 19:56
Con internet la nostra società è entrata in una nuova fase, in una nuova dinamica storica. Ma questa volta al centro ci sei tu, con la tua creatività, il tuo coraggio, la tua fantasia, il senso che dai e che hai delle cose e agli avvenimenti, non gli altri e le macchine o le tecnologie.
Ciò che sai e sai fare, i sogni che vuoi realizzare con agli altri diventano importanti, insieme a ciò che senti e vivi, alle emozioni che provi. Il tuo futuro, il tuo lavoro nascono dal tuo cuore.
Al centro del lavoro che ti aspetta c’è l’uomo, ci sei tu.
Tra professione e professionalità
- Pubblicato: Sabato, 28 Novembre 2015 09:23
“Quello che oggi stiamo facendo sempre più spesso
è semplicemente vendere e comprare conoscenza”.
(T. Stewart)
La velocità è il cuore del nostro tempo. Assistiamo a profonde trasformazioni in ogni ambito della vita quotidiana. Con un clik di mouse è possibile trasferire dati, documenti, immagini e filmati da Roma a New York, in pochissimi istanti. Con internet, è mutato il contesto. In poco tempo è cambiato il modo di lavorare, di trascorre il tempo libero, di stare in famiglia, di gestire e “sentire” la casa, di vivere i rapporti con gli amici.